Comunicato Stampa – Ricerca ICE – Prometeia per il Comitato Leonardo sui nuovi mercati emergenti per il Made in Italy,Consumi, investimenti, infrastrutture: oltre i BRICS, quali opportunità per le imprese italiane
Comunicati Stampa 05 Luglio 2013Roma, 4 luglio 2013 – E’ stata presentata oggi a Roma, nell’ambito del XII Forum del Comitato Leonardo, la ricerca commissionata dal Comitato all’Ufficio Pianificazione Strategica, Studi e Rete Estera dell’ICE-Agenzia in collaborazione con Prometeia, dedicata al tema “Oltre i BRICS, nuovi mercati per il made in Italy”, che ha analizzato le opportunità di internazionalizzazione per le imprese italiane offerte da 25 Paesi emergenti, delineando una geografia dei mercati del futuro che varia in funzione della specializzazione delle imprese.
Tra i Paesi maggiormente attrattivi per i beni di consumo made in Italy si collocano le economie mediorientali (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar) caratterizzate da uno sviluppo industriale ancora embrionale, che garantirà dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti di consumo, e da un reddito crescente che manterrà sostenuta la domanda di prodotti di alta gamma.
Nuove opportunità per le imprese del Made in Italy saranno offerte anche dal Cile, economia tra le più progredite del continente sudamericano, dal Messico, con un mercato potenzialmente molto ampio e una classe metropolitana benestante in crescita, e dalla Malesia, dove la progressiva urbanizzazione delle zone rurali sosterrà in modo significativo l’acquisto di beni del sistema casa. Quello malese si conferma un mercato molto dinamico, al centro di un processo di progressiva integrazione commerciale che sta interessando le economie dei paesi ASEAN e che aprirebbe un mercato di consumo di circa 600 milioni di persone. Un maggior presidio di questo mercato sarebbe strategico per le imprese italiane anche per cogliere il potenziale, ancora parzialmente inespresso, di paesi caratterizzati da una crescente sensibilità verso il Made in Italy come Thailandia e Vietnam, delle Filippine, che fruiscono di un forte afflusso di rimesse dall’estero, e dell’Indonesia.
Per le imprese della meccanica italiana le maggiori opportunità sono individuabili in Arabia Saudita, nei Paesi asiatici con uno sviluppo industriale in espansione come Thailandia, Indonesia e Malesia, ma anche in Paesi del Sud America dove il processo di industrializzazione è più recente come Messico, Colombia o Perù. Altri Paesi come Iran, Pakistan o Libia, sebbene presentino un potenziale promettente, sono condizionati da incertezza politica e inaffidabilità delle regole, rischi che frenano lo sviluppo di piattaforme industriali.
Fra i Paesi più vicini all’Italia Serbia, Tunisia e Marocco rappresentano i mercati a maggiore potenziale per le nostre imprese nel settore dei beni di investimento.
Demografia e processi di urbanizzazione disegnano la mappa dei nuovi mercati per quanto riguarda le opportunità offerte nel settore delle infrastrutture. Si conferma il ruolo trainante del continente asiatico, con Indonesia, Pakistan e Vietnam al vertice della classifica, seguiti da Thailandia e Filippine. Le maggiori opportunità in termini di investimenti potenziali in America Latina, invece, si concentrano in Messico, soprattutto nell’energia e nella rete dei trasporti, ma la presenza delle imprese di costruzioni italiane nel Paese risulta ancora limitata; migliore il posizionamento delle nostre aziende in Colombia e Perù, Paesi che offriranno buone opportunità di investimento soprattutto nei settori telecomunicazioni ed energia.
In mercati caratterizzati da elevata dinamicità degli investimenti come Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar, le imprese di costruzioni italiane appaiono ben insediate, ed emergono buone prospettive di un ulteriore consolidamento attraverso nuove commesse legate ai numerosi progetti infrastrutturali. L’ampio potenziale di sviluppo delle infrastrutture nelle economie del Nord Africa rimane invece legato al superamento dell’instabilità politica: in Libia, dove le imprese italiane sono presenti per prossimità geografica e legami storici ma l’incertezza politica condiziona la ripresa della ricostruzione, come in Egitto, dove si stimano oltre 80 miliardi di investimenti entro il 2020. Infine, i mercati dell’Africa sub sahariana saranno – secondo la ricerca – quelli più dinamici a livello globale, dato il basso livello di partenza: la Nigeria, in particolare, necessiterà di massicci investimenti nelle infrastrutture civili e negli impianti energetici.
Per Info:
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Close to Media – Giulia Ferrario, Francesca Pollio
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