Intervista a Sonia Bonfiglioli: “Vicini al cliente ovunque”

News   18 Febbraio 2016

 

Sonia Bonfiglioli protagonista dell’intervista pubblicata nell’ultimo numero della rivista Civiltà del Lavoro dei Cavalieri del Lavoro

Sonia Bonfiglioli è presidente di Bonfiglioli Riduttori, azienda associata al Comitato Leonardo e attiva nella progettazione, costruzione e distribuzione di una gamma completa di prodotti per la trasmissione di potenza e sistemi di azionamento. Tredici gli insediamenti produttivi in Europa, Stati Uniti, Asia e America del Sud, con 3.477 addetti.

 

 

L’odore della fabbrica l’ha respirato sin da piccola e da grande ha scelto di fare parte di quel mondo. Suo padre Clementino, che ha fondato l’azienda nel 1956, ha influenzato le sue scelte?

L’amore che ho per il mio lavoro me lo ha trasmesso direttamente mio padre. Vederlo sempre teso a migliorare, a cercare di eccellere, sacrificandosi, impegnando tutto il suo tempo ed energie affinché la “Sua” fabbrica producesse prodotti apprezzati nel mondo. La quotidianità con lui era fatta, anche, di ragionamenti incentrati sul lavoro conditi di passione e di voglia di mettersi alla prova ogni giorno. Tutto questo mi ha fatto sentire che non avrei potuto che essere al suo fianco continuando il suo sogno. Il prossimo anno festeggeremo i nostri primi 60 anni, un risultato raggiunto con dedizione, consapevoli che stiamo costruendo, ogni giorno, una grande avventura di vita.

 

Che consiglio darebbe oggi a un neolaureato in ingegneria? Quali competenze non possono mancare anche a un primo ingresso in azienda?

La laurea in ingegneria meccanica/meccatronica è senza dubbio un buon viatico per inserirsi nel mondo del lavoro con soddisfazione, vista la vocazione di molte regioni italiane a questo campo specifico di produzione. Occorre arricchirla con master successivi, volti ad aumentare le conoscenze verso l’evoluzione tecnologica possibile e, naturalmente, avere una padronanza perfetta dell’inglese. Certamente sono molto formativi stage all’estero per ampliare i propri orizzonti provando metodologie diverse di insegnamento e lavoro. 

 

La Bonfiglioli Riduttori ha attraversato anche momenti difficili, in particolare nel 2009 con un consistente calo del fatturato. Come è riuscita a uscirne fuori?

La crisi, come si dice spesso, può essere un’occasione di crescita; per noi lo è stata, tanto che quest’anno raggiungiamo il record storico di fatturato. In quei momenti difficili abbiamo riorganizzato l’azienda rendendola più efficiente in tutto il mondo e oggi i nostri 3.500 dipendenti sono distribuiti in 17 paesi, nei quali sono insediati anche 13 stabilimenti produttivi. Abbiamo sviluppato prodotti specifici che fossero perfettamente aderenti alle richieste dei clienti, raggiungendo, a volte, un grado altissimo di personalizzazione. Inoltre, abbiamo affrontato con determinazione, ampliandoli, i mercati stranieri; effettivamente non abbiamo mai creduto che la crisi potesse “finirci”. D’altra parte il motto di mio padre è stato sempre “avanti, avanti a tutta forza” e in questo tutti noi crediamo.

 

Lei ha viaggiato molto e ha potuto constatare di persona la buona reputazione di cui gode la meccanica italiana all’estero. Chi sono i nostri concorrenti? E in che cosa le aziende devono migliorare?

In generale, le aziende italiane che hanno un loro ruolo consolidato nel mondo hanno una reputazione ottima, altrimenti sarebbero fuori dalla competizione. Nonostante siano i nostri principali concorrenti, il nostro gruppo ha in corso da tempo partnership e co-progettazione con aziende tedesche e non solo, anche con aziende americane e altri partner internazionali. Negli anni abbiamo anche rilevato due storici marchi tedeschi e i relativi stabilimenti che, in Germania, sono punti di riferimento. Direi che in questo si riflette quanto la meccanica italiana possa essere capace di giocare un ruolo da protagonista senza avere nessun timore reverenziale. Anzi, dai concorrenti significativi bisogna saper trarre spunti per migliorarsi sempre. La capacità adattiva delle aziende italiane ai mercati ci rende molto competitivi in termini di reazione alle sollecitazioni che da essi provengono.  Ed è proprio nella capacità ad adattarsi, nel saper cogliere i segnali dei mercati e nella capacità di evolvere che le aziende meccaniche dovrebbero migliorare ed è in questa logica che da tempo il nostro gruppo ha avviato il processo di trasformazione verso la meccatronica. 

Leggi online l’articolo sulla rivista Civiltà del Lavoro VI 2015  

 

 

 

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